MEMORIE
(POLITICAMENTE SCORRETTE)
DI UN VENDITORE DI BIRRE
OVVERO COME MI CAPITÒ DI DIVENTARE NEO-NEONAZISTA
Subito dopo essere morto, l’autore ha dichiarato: «Tutti gli episodi raccontati in queste memorie – molto più numerose di quelle contenute nel libro – sono assolutamente veri. Solo i nomi e i luoghi sono stati mimetizzati e solo i diretti interessati sono in grado di mettere in atto il disvelamento. Il curatore ha scelto a suo piacimento. Forse ha approfittato del fatto che da morto non sarei stato in grado di intervenire. Forse sono quelli che gli sono piaciuti di più; anche questo non posso dirlo. Quello che posso dire è che se qualcuno mi avesse raccontato queste storie prima che io diventassi un venditore di birre, non ci avrei creduto. Al di là dei salottini chic e delle luci degli smartphone, al di là delle illusioni di quattro pseudo-intellettuali prezzolati per stare lontano dalla realtà, quello in cui mi sono imbattuto è un paese arretrato, barbarico, razzista, piccino, afflitto da, e succubo di, una mentalità arcaica e oscura ricoperta da una sottile vernice di modernità di infima qualità. Un vero schifo, insomma, dal quale l’unica cosa che si possa fare è fuggire. Io, personalmente, me ne sono andato».
Francesco Lomax è nato sul pianeta Terra molti (troppi) anni or sono. Traduttore, curatore, editor, ghost writer, venditore di birre, di libri usati e di sidri bretoni nonché tour manager, impresario musicale e viaggiatore nel tempo, è un forte e convinto assertore della profonda e radicata idiozia degli esseri umani fra cui svetta in maniera abbagliante quella degli italiani. Già morto verso la metà degli anni novanta è nuovamente spirato il 10 novembre del 2016. Malgrado due trapassi alle spalle continua a rilasciare dichiarazioni.